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Il Neurofeedback è una forma di biofeedback che si applica al cervello. L’allenamento di Neurofeedback ha lo scopo di migliorare le funzioni cognitive, l’attenzione, l’umore, il comportamento e ridurre l’ansia. Aiuta a tranquillizzare la mente. Non è doloroso e in generale non ha effetti collaterali.

Il Neurofeedback regola i problemi relativi al sistema nervoso centrale. È utilizzato comunemente per una vasta varietà di problemi, quali ADD, ADHD, depressione, ansia, disturbo dell’attaccamento, autismo, attacchi di panico, ottimizzazione delle prestazioni, trauma cranico, convulsioni e problemi del sonno. Tutto senza utilizzare farmaci. Il trattamento viene ottimizzato per il tipo di problema da trattare

Sì, utilizzo la neuroterapia per aiutare le persone ad alleviare una vasta serie di problemi. La Neuroterapia dovrebbe essere presa in considerazione per le seguenti problematiche:

- Disturbo da deficit di attenzione (ADD)
- Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD)
- Disturbi dell’apprendimento
- Autismo / Asperger
- Trauma cranico
- Disturbo convulsivo
- Depressione e disturbi dell’umore
- Disturbo post traumatico da stress (PTSD)
- Fibromialgia e dolore cronico
- Disturbi del sonno
- Fatica cronica
- Ictus
- Ansia
- Dipendenze.

Lavoro anche all’ottimizzazione del cervello, per persone che semplicemente vogliono essere il meglio di se stesse

Per capire in che modo posso essere di aiuto, il cliente deve venire al mio studio per una sessione iniziale di valutazione clinica EEG. Questa seduta di valutazione durerà circa un’ora. Potete chiamarmi per informazioni o per fissare un appuntamento.

Dopo la valutazione iniziale, inizierà un percorso di allenamento di Neurofeedback, in incontri della durata di circa un’ora. Ogni 4/6 sedute effettuerò una sessione di ri-valutazione. Questa sarà utile al cliente per venire a conoscenza del progresso ottenuto e per discutere con me i passi successivi.

Alcune polizze assicurative per la copertura di spese sanitarie permettono di rimborsare parzialmente o totalmente il costo delle sedute di Neurofeedback. Consiglio di informarsi accuratamente presso la vostra compagnia assicurativa, o presso la vostra azienda nel caso di assicurazioni aziendali. Inoltre è importante ricordare che il Neurofeedback è una prestazione sanitaria detraibile

Può chiamare direttamente me, al numero 335 6075 691, se intende fissare un primo appuntamento. Se preferisce, può inviare una email con un suo numero telefonico e l’indicazione dell’orario migliore al quale posso chiamarla.

Questo è come chiedere quante volte devi andare in palestra per essere in forma. La risposta è diversa per ciascuno. Potrebbero bastare 10 sedute o potrebbero servirne 40. La durata del trattamento varia molto da persona a persona. Tipicamente, a causa dello sviluppo e della plasticità cerebrale, il tempo necessario è tanto minore quanto più il cliente è giovane. La gravità del disturbo è un fattore importante. Per esempio, il trauma cranico richiede un tempo decisamente maggiore rispetto alla ADHD. L’obiettivo è fare abbastanza allenamento al cervello, abbastanza apprendimento, da garantire benefici significativi e duraturi.

Tipicamente una volta alla settimana. Tre o quattro volte alla settimana può risultare utile per casi particolari (ad esempio, per pazienti che vengono da fuori città e vogliono massimizzare il tempo di trattamento). Il tutto dipende dal caso specifico e da cosa emergerà dalla valutazione e dal colloquio con me.

Consiglio di non interrompere l’allenamento appena i sintomi si attenuano. Occorre un po’ di tempo affinché il cervello impari una nuova abitudine. Continuando ad allenarsi per alcune sessioni successive al momento in cui si notano miglioramenti significativi e solidi, potrai trasformare i processi sani imparati dal cervello in una nuova abitudine.

Molte persone iniziano a vedere risultati nelle prime 6 sedute. Il tempo necessario dipende in parte dal tipo di risultato che si va a verificare. Può succedere che servano più di 10 sessioni per vedere anche un minimo segno di cambiamento. In un caso come questo sarà importante discutere con me i progressi con molta attenzione. A volte i clienti non notano alcun progresso, ma lo notano le persone intorno a loro. I primi cambiamenti che noterai potrebbero essere diversi da quelli per cui hai iniziato la neuroterapia. Se questo è il caso, ricorda che qualunque cambiamento è un buon segno perché significa che il cervello sta rispondendo. I cambiamenti che si notano possono essere molto piccoli, specialmente all’inizio. Ad esempio faccio sempre molta attenzione al miglioramento del sonno del paziente, perché è facile da verificare ed è spesso la prima cosa a cambiare.

Nel lungo periodo, non è mai capitato che i sintomi siano peggiorati con l’utilizzo del neurofeedback. Quando alleni il cervello, il cervello tende a muoversi verso l’equilibrio. Questo sposterà comunque i sintomi verso la normalità.

La ricerca mostra che una volta che il problema è stato risolto, esso rimane risolto, a patto che la neuroterapia continui fino a quando i cambiamenti delle onde cerebrali siano stabili. Ciò è in netto contrasto con alcune altre forme di controllo dei sintomi, come l'utilizzo di farmaci per disturbi come l'ansia e la depressione, nel qual caso l'interruzione si traduce in recidive con frequente peggioramento dei sintomi.

Fanno eccezione i clienti che desiderano un allenamento per la prestazione ottimale. I clienti che desiderano mantenere un funzionamento ottimale del cervello dovrebbero ricevere sessioni di neuroterapia su base continua, proprio come si fa per per mantenere il benessere fisico con gli allenamenti in palestra. I pazienti anziani inoltre spesso hanno beneficio nel ricevere una neuroterapia periodica, per mitigare il declino dell'efficienza del cervello legato all'età.

Più della metà dei miei pazienti che fanno neurofeedback l’hanno cominciato mentre prendevano farmaci. Dopo un certo periodo di allenamento, è spesso possibile ridurre l’uso di farmaci, sotto attenta supervisione. Chiediamo che i pazienti non prendano stimolanti o soppressori (inclusa la caffeina) per almeno due ore prima di ciascuna sessione

Vi sono persone che acquistano la strumentazione e praticano il neurofeedback senza certificazione e con poca o nessuna formazione. Io personalmente, insieme a molti professionisti del settore, siamo molto preoccupati dal fatto che queste persone curino pazienti senza una licenza. Consiglio di proteggersi e informarsi, scegliendo solo professionisti con la certificazione della Biofeedback Federation of Europe (BFE).

Come in ciascun campo, operatori molto buoni sono difficili da trovare. I tre requisiti fondamentali che gli operatori qualificati devono avere sono:

• Un certificato rilasciato dalla Biofeedback Federation of Europe (BFE)
• Una licenza ad operare in un importante settore della salute (Psicologia o Medicina)
• Esperienza di casi trattati con successo del disturbo per il quale cerchi aiuto.

La miglior referenza per un operatore di neurofeedback sono i clienti che sono stati curati con successo.

Sfortunatamente, alcuni operatori in ambito sanitario dogmaticamente abbracciano visioni molto chiuse, limitate ai metodi tradizionali, della cui efficacia, ironicamente, spesso c’è evidenza molto ridotta. Ad esempio, l’evidenza scientifica dell’efficacia dei farmaci nella cura della depressione è minima e allo stesso modo sono minime le prove che la psicoterapia sia efficace nei disordini da deficit di attenzione. Sono di solito questi stessi operatori che per ignoranza fanno affermazioni dogmatiche circa la mancanza di evidenza scientifica per qualsiasi trattamento che sia diverso dal loro. In aggiunta, molto spesso gli operatori clinici non sono ben formati in materia di ricerca scientifica e di metodo scientifico e perciò fanno spesso più affidamento a quanto viene loro detto o a quanto vogliono credere piuttosto che ai dati veri e propri.

Il mio consiglio è di fare un po’ di ricerca, consultando la letteratura scientifica che si può trovare in riviste come The Journal of Neurotherapy, Journal of Applied Psychophysiology and Bio-feedback, Biological Psychiatry, Child Study Journal, Brain and Cognition, Clinical Neuro-physiology, Neuropsychology, International Journal of Psycho-physiology, Journal of Head Trauma e molti altri.

Molti articoli tratti da queste riviste sono disponibili in rete. Fatevi la vostra opinione circa l’efficacia scientifica della neuroterapia. È improbabile che riusciate a convincere degli operatori dogmatici a considerare i benefici che la neuroterapia produce per i pazienti, nonostante le sue applicazioni terapeutiche siano ben documentate.